dott.ssa S. Bosatra Nel mondo scientifico e accademico è da anni riconosciuta l’infondatezza e la dannosità delle cosiddette terapie riparative, eppure nel dibattito pubblico questi approcci trovano ancora spazio e sostegno: ecco perché nel 2019 continua ad essere importante parlarne. Che cosa sono Le terapie riparative sono approcci che considerano l’omosessualità come una malattia […]
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Deontologia e pazienti LGBT: alcuni spunti di riflessione
Nel presente articolo cercherò di mettere a fuoco alcune specificità che ritengo importanti in relazione alla deontologia professionale di psicologi e psicoterapeuti nel lavorare con pazienti LGBT. Si tratta di riflessioni nate a partire dalla pratica clinica mia e di altri colleghi, condivise poi al fine di costruire un pensiero valido e scientificamente orientato, seppur in un terreno così importante, delicato e soggetto ad interpretazione come può essere quello dell’etica professionale.
“Riparare” l’omosessualità
La comunità scientifica internazionale – si fa riferimento, ad esempio, all’Organizzazione Mondiale della Sanità, all’American Psychiatric Association e all’American Psychological Association (1) – ha ufficialmente dichiarato, ormai da decenni, che l’omosessualità è una variante naturale dell’orientamento sessuale e, come tale, non ha, di per sé, alcuna caratteristica psicopatologica. In altre parole: le persone omosessuali ed eterosessuali si sviluppano, da un punto di vista psicologico, affettivo e relazionale, in direzioni di sanità o patologia del tutto indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Nonostante ciò, esistono ad oggi delle minoranze all’interno del mondo accademico e clinico che sono mosse dall’intento di “curare” le persone omosessuali, e che definiscono i propri interventi “terapeutici”, appunto, terapie riparative. Il mio utilizzare il virgolettato non ha (solamente) una finalità polemica, ma piuttosto un senso contingente: scopo dell’articolo è, infatti, definire in che cosa tali terapie consistono, il loro inquadramento epistemologico, la loro validità a livello sperimentale e la loro sensatezza da un punto di vista di etica professionale.