Una riflessione su quanto la nostra personale manifestazione del genere in cui ci identifichiamo sia condizionata dalle aspettative dell’ambiente socio-culturale, rispetto all’idea di maschio e femmina, ma anche a quella di persona eterosessuale e persona LGBT.
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Dichiararsi a se stessi e agli altri: la sfida del coming-out
Per una persona omosessuale, il coming out rappresenta uno degli atti soggettivamente più rilevanti all’interno del processo di costruzione di una propria identità. La letteratura scientifica e il parlare comune, spesso, utilizzano questo termine con accezioni differenti.
Il termine “coming out” deriva dall’espressione inglese “coming out of the closet”, letteralmente “uscire dal ripostiglio”, e può essere tradotta con il termine “dichiararsi”. Nell’uso di tutti i giorni, questa espressione viene utilizzata per indicare l’atto volontario di una persona omosessuale (o bisessuale) di rivelare ad altri il proprio orientamento sessuale (Lingiardi e Nardelli, 2014). In psicologia e sociologia, tuttavia, con coming out si intende qualcosa di più complesso, che non ha a che fare unicamente con il dichiararsi agli altri, ma prima ancora con il dichiararsi a se stessi; ci si riferisce quindi ad un processo primariamente interiore di scoperta del proprio orientamento sessuale e di costruzione di una identità come persona gay, lesbica o bisessuale.
Gay-friendly: l’alleanza solidale tra eterosessuali e omosessuali
Parlando di psicologia delle persone gay e lesbiche, credo sia importante andare oltre la specifica identità sessuale e il senso di appartenenza alla comunità LGBT, per approfondire la qualità delle relazioni con le persone eterosessuali. In questo articolo vorrei infatti portare l’attenzione sul ruolo giocato dagli/dalle eterosessuali che nella vita quotidiana dimostrano solidarietà, amicizia e attivazione sociale e politica nei confronti delle persone omosessuali e dei loro diritti, rendendo così possibile una vera inclusione di chi si è scoperto non-eterosessuale.
Tra psicologia e diritti LGBT
In questo periodo di denso dibattito rispetto ai diritti civili delle persone omosessuali – dalle manifestazioni “svegliati-Italia” al Ddl Cirinnà – sono stata colpita dall’utilizzo della parola “riconoscimento” all’interno di questo campo di battaglie e rivendicazioni politiche, giuridiche e sociali.